Notai, commercialisti e avvocati devono stare in allerta per le ricadute della sentenza 14432/2023 delle Sezioni unite della Cassazione, secondo la quale è soggetto a imposta di registro (con aliquota del 3%) il contratto di finanziamento soci enunciato nel contesto di una deliberazione assembleare verbalizzata da un notaio, recante l’aumento del capitale sociale di una Spa o di una Srl (nonché, con aliquota dello 0,5%, la rinuncia del socio al credito derivante dal finanziamento concesso dal medesimo a favore della società partecipata).
Si tratta infatti di un’imposta che la Cassazione definisce di natura «principale», con la conseguenza che, del suo versamento, è responsabile in prima persona il notaio, al quale l’agenzia delle Entrate può direttamente rivolgersi, per ottenere il pagamento, nei 60 giorni successivi alla data di registrazione; ed è bene rammentare che, anche impugnando l’avviso di liquidazione, per nessuna ragione ci si può sottrarre a quest’obbligo di versamento, il cui inadempimento provocherebbe una rilevante sanzione. (... segue)
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Ultima Modifica: 26/05/2025