Trust

Providing Best Solutions in a
       framework of Legal Certainty

TRUST - Resiste al sequestro


I beni immessi in un trust "genuino", che cioè non sia riconosciuto fittizio o simulatorio, non temono il sequestro preventivo o conservativo.

A confermarlo implicitamente è la Suprema Corte che, con la sentenza n. 41089 del 30 settembre scorso segna ancora una volta il solco tracciato da numerose pronunce di legittimità già espressesi in merito nello stesso senso.

La «genuinità» di un trust, intesa quale reale volontà di spogliarsi dei propri beni al fine di asservirli al programma delineato nell'atto istitutivo e, in definitiva, di beneficare i beneficiari, assume una importanza centrale anche in quelle ipotesi in cui il disponente sia sottoposto a indagine penale.

La giurisprudenza penale di legittimità in tema di trust si è infatti espressa costantemente nel ritenere che un bene possa essere oggetto di provvedimento cautelare, ancorché non di proprietà del reo, in quanto questi abbia mantenuto su di esso una disponibilità «uti dominus».

Il sequestro preventivo, funzionale alla confisca per equivalente, può dunque ricadere su beni comunque nella disponibilità dell'indagato.

L'indirizzo ormai costante della Suprema Corte è quello di autorizzare il provvedimento in parola rispetto a quei beni che sono stati trasferiti o vincolati al trustee di un trust, ma di subordinare la concessione di tali provvedimenti cautelari alla verifica di una serie di circostanze di fatto, il cui onere della prova è a carico della pubblica accusa, diretta a dimostrare la permanenza in capo all'indagato/disponente della disponibilità dei beni vincolati o conferiti in trust.

           

Contenuti Correlati
Documenti correlati