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SOCIETA' - Azioni proprie, rappresentazione in bilancio


La rappresentazione in bilancio della titolarità di azioni proprie da parte della società emittente ha avuto una radicale riforma per effetto del decreto legislativo 139/2015.

Prima di questa nuova normativa, le azioni proprie venivano rilevate, per il loro prezzo d’acquisto, nell’attivo dello stato patrimoniale; e, a bilanciamento di questa iscrizione, veniva appostata nel passivo una riserva (la riserva azioni proprie) di pari entità, nella quale affluivano risorse prelevate dalle voci «utili non distribuiti» o altre riserve disponibili per essere utilizzate ai fini appunto dell’acquisto di azioni proprie.

L’articolo 2357-ter, comma 3, del Codice civile, sanciva infatti che «una riserva indisponibile pari all’importo delle azioni proprie iscritto all’attivo del bilancio deve essere costituita e mantenuta finché le azioni non siano trasferite o annullate».

Con la riforma varata dal Dlgs 139/2015, il legislatore ha inteso perseguire una rappresentazione più realistica del patrimonio sociale in caso di acquisto di azioni proprie: venendo la società emittente a essere titolare delle azioni emesse da sé medesima, invero essa drena proprie risorse in funzione dell’acquisto del proprio capitale sociale.

In altri termini, spende soldi per comprare una parte di se stessa. (segue ...)


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Ultima Modifica: 30/05/2017