Patto di famiglia

Providing Best Solutions in a
       framework of Legal Certainty

PATTO DI FAMIGLIA - La prima sentenza (tributaria) della Cassazione


Il patto di famiglia è il contratto con il quale il titolare di un’azienda (o di una quota di partecipazione al capitale di una società) trasferisce l’azienda (o la quota di partecipazione) a un suo discendente; e costui, a sua volta, liquida i suoi fratelli e il coniuge dell’imprenditore con il versamento di una somma che viene tra essi concordata come satisfattiva degli interessi di questi soggetti che vengono così liquidati.

Il trattamento tributario di questo pagamento tra fratelli è stato oggetto della prima pronuncia giurisprudenziale mai emanata in tema di patto di famiglia (e cioè da quanto questo istituto è stato introdotto nel nostro ordinamento nel 2006), se si fa eccezione per un provvedimento di volontaria giurisdizione del Tribunale di Reggio Emilia del 19 luglio 2012 emanato per autorizzare un soggetto interdetto a partecipare alla stipula di un patto di famiglia).

Si tratta dell’ordinanza della Cassazione n. 32873 del 19 dicembre 2018, con la quale la “compensazione” tra fratelli è stata ritenuta come se fosse una donazione che vedesse come donante l’assegnatario dell’azienda e come donatario il legittimario non assegnatario.

Questa conclusione non pare possa essere condivisa. Infatti, intravedere, nel patto di famiglia, una donazione tra fratelli per le “compensazioni” che tra essi intercorrano, significa configurare il patto di famiglia come una “donazione modale” (e cioè caratterizzata da un gravame a favore del donatario).

Ora, è senz’altro vero che il legittimario beneficiario dell’azienda o della quota di partecipazione al capitale della società di famiglia, compensando i suoi fratelli, adempie a un obbligo che in capo al medesimo origina per effetto del patto di famiglia (e, quindi, già da questo si nota che non si tratta esattamente di una liberalità, anzi); ma è vero soprattutto che, ricevendo l’attribuzione dal fratello beneficiario dell’impresa di famiglia, i fratelli di costui perdono il diritto a pretendere la collazione e il diritto ad agire con l’azione di riduzione verso il fratello beneficiario del trasferimento dell’azienda o della quota di partecipazione alla società di famiglia, se l’attribuzione da lui ricevuta eccede la sua legittima.

In sostanza, se il patto di famiglia prevede un’attribuzione di 100 dal disponente al legittimario assegnatario e un’attribuzione di 20 da costui al fratello non assegnatario, nel patrimonio del legittimario assegnatario vi è un incremento di (100 – 20 =) 80, mentre il patrimonio del legittimario non assegnatario non si incrementa di alcunchè, perché egli bensì acquisisce un valore di 20 ma sostanzialmente perde ogni pretesa sull’eredità paterna. (... segue)


Leggi di più cliccando, a fianco, nella Documentazione Correlata

Ultima Modifica: 31/01/2019